La radioterapia, una metodica di grande rilievo per il trattamento della patologia oncologica e nel trattamento, in particolare, del tumore testa-collo.
Un’arma che può essere utilizzata in setting adiuvante in ambito post operatorio, in un intento di associazione alla chemoioterapie o in un’ottima di trattamento radiochemioterapico. Ma può essere usata anche in maniera esclusiva, come unica opzione terapeutica. Una metodica che prevede l’utilizzo di radiazioni ionizzanti per la cura delle neoplasie con l’obiettivo di essere il killer per la regressione tumorale.
Ne ha parlato Arianna Di Gennaro, Medico Radioterapista presso UO di Radioterapia Medicina Futura Group, Acerra. A lei il compito di parlare delle problematiche ad esso associato, affrontando i diversi temi di un trattamento che può risultare molto utile per la risoluzione del problema.
“Il primo contatto tra paziente e medico si stabilisce alla prima visita per l’inquadramento globale del paziente. La radioterapia prevede diverse fasi. Nella fase di visita clinica si porterà a conoscenza del trattamento e sarà programmata la tac di centraggio, un momento molto importante e propedeutico al momento radiante che sarà effettuato dopo il piano di cura al quale collaborano fisico sanitario e radioterapista”.
“Nello specifico, nella fase di centraggio, il paziente sarà immobilizzato co presidi tecnici che hanno l’obiettivo di garantire la riproducibilità del trattamento e la massima precisione. Si tratta di maschere termoplastiche che sono modellate sul viso e la parte alta del torace. La mostriamo subito per fare in modo che il paziente possa familiarizzare col nuovo strumento ed evitare ansia. Sarà importante esporre la regione di interesse, quindi bisogna esporre collo e torace. L’erogazione è di pochi minuti ma quello che determina la massima efficacia è la fase di posizionamento che dovrà portare ad accorgimenti tecnici al fine di verificare che tutto sia corretto e che si possa passare successivamente al trattamento. Nel complesso, insomma, si impiega, in media, un tempo di una ventina di minuti”.
“Al momento dell’erogazione, la radioterapia non comporta dolore ma ha effetti collaterali che possono diventare, via via, più importanti e portare a fastidi e dolori nelle regioni che possono essere bersaglio del trattamento e nelle aree circostanti il target tumorale. Per cui, attenzione alla cute, al cavo orale, molto sensibile, e all’esofago che può rispondere al trattamento con un’infiammazione e questo renderebbe difficoltosa anche la normale operazione di deglutizione. Ovvio che tutti gli effetti collaterali sono seguiti dal medico in ogni fase del trattamento, attraverso visite di controllo utili a capire l’andamento clinico e stabilire i corretti interventi farmacologici e non solo. L’obiettivo è garantire al paziente una discreata qualità di vita”.
Aree da colpire, quelle della regione testa-collo, col fine di risolvere un problema. Ma questo è strettamento collegato ad altre operazioni e anche queste vanno tenute d’occhio per poter avere una cura completa.
“La preparazione alla seduta non comporta grosse difficoltà ma è bene che il paziente attui misure di profilassi che il radioncologo ha previsto. È bene condurre una sana dieta con porzioni leggere e cibi nutrienti. Il paziente che tratta neoplasia nel distretto testa-collo può sviluppare mucositi ed esofagiti attiniche con un disturbo di masticazione e deglutizione e questo è un paziente incline alla perdita di peso e sviluppo di defici nutrizionale. Ecco perché va seguito anche da un nutrizionista. Ricordiamo però che la radioterapia rappresenta un’arma di rilievo ed uno standard imprescindibile per il trattamento, anche se, spesso, è utilizzato in associazione alla chemioterapia. In questo caso, c’è bisogno anche della collaborazione dell’oncologo medico per un miglior percorso e per la gestione di una tossicità, nel caso ci sia bisogno di utilizzo di farmaci”.
Attenzione, rispetto delle cure stabilite e massima fiducia nei professionisti ai quali ci si è affidato. Questo è ciò che bisogna fare dal punto di vista del paziente ma a queste caratteristiche va aggiunta anche la continuità.
“L’ideale è mantenere una continuità eseguendo le sedute secondo il piano di cura. Ovvio che, se ci sono delle condizioni cliniche che la rendono impossibile, sarà il radioterapista a non effettuarla ma questo viene valutato caso per caso”.
Cosa c’è dopo la radioterapia? La Dottoressa Di Gennaro traccia la linea del percorso da seguire dopo il trattaamento.
“Dopo un lassoi di tempo, il paziente deve sottoporsi a controlli clinici e strumentali nei centri medici e oncologici. Previsti follow up con incontri periodici gestiti dal radioncologo e dall’oncologo medico”.
Il tutto col fine ultimo di recuperare una qualità di vita che possa riportare l’esistenza del paziente alla normalità.
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