Che anche la medicina debba camminare di pari passo con l’avanzare dei tempi, è concetto quasi banale. Cambiano gli strumenti, aumentano le innovazioni e con esse anche la possibilità di rendere le pratiche sanitarie quanto più veloci, immediate e performanti.
Per questo, assume un connotato di grande rilevanza la telemedicina, la nuova frontiera del rapporto alternative, ma sempre importante, tra medico e paziente. Un’esigenza dei tempi, tanto che lo stesso Governo, all’interno della bozza del Recovery Fund, ha introdotto una sezione dedicata ai fondi da destinare a questo aspetto. Tutto in funzione di un miglioramento sensibile.
Certo, serviva una pandemia per rendersi conto che, probabilmente, c’era la necessità di migliorare anche sotto questo aspetto ma, come si sul dire, meglio tardi che mai.
Il supporto digitale, l’utilizzo di strumentazione che è diventata quotidiana rappresenta il mezzo più immediato, per un medico, per la gestione di un paziente. Ovvio che tutto ciò può essere allettante se si hanno a disposizione, da una parte e dall’altra, gli strumenti giusti per creare questo contatto. Cosa non sempre verificata sia per le strutture sanitarie che per quelle private.
Resta comunque un dato oggettivo: la telemedicina rimane un’opportunità innovativa nell’ambito della prevenzione, della diagnosi, della terapia, dei monitoraggi del paziente ma anche dello scambio di opinioni con i colleghi in una sorta di collaborazione sempre utile alla crescita professionale.
Si allarga l’orizzonte delle discipline coinvolte in questo nuovo aspetto della medicina: si contano applicazioni nei rami di: cardiologia, radiologia, oncologia, fisiatria, dermatologia, neurofisiologia clinica, neuropsichiatria infantile, riabilitazione, assistenza domiciliare e altre che via via si stanno mettendo al passo con l’innovazione.
Un concreto miglioramento e un’utile strumento in un periodo che chiede di ridurre il contatto sociale ma non di azzerare il rapporto tra medico e paziente. La telemedicina, come detto, deve essere uno strumento che può esaltare il ruolo della professione sanitaria, non sostituirla; deve ampliare le capacità di diagnosi e di cura attraverso strumentazioni che danno dati in tempo reale. Un deciso passo in avanti.